sabato 4 maggio 2013

Iron Man 3

Problem Child



Dopo gli eventi di New York narrati in "The Avengers", Tony Stark non è più lo stesso. Soffre di insonnia, ha frequenti attacchi di panico, e soprattutto non riesce più a separare la sua vita da quella di Iron Man, sviluppando un rapporto morboso con le sue armature. La minaccia del Mandarino, un terrorista che vuole rieducare l'Occidente e sovvertire le loro regole, lo costringe a fare i conti con se stesso, cercando di localizzare il nemico e di capire la tecnica con cui realizza i suoi improvvisi e devastanti attentati.

Il terzo capitolo di Iron Man ci presenta un Tony Stark incerto e nervoso, la cui spacconeria tradisce per la prima volta una forte insicurezza di fondo. Seguendo le orme dell'ultimo Batman di Nolan, Tony appare per quasi tutto il film senza armatura, e si districa nella rete del Mandarino grazie a gadget improvvisati, intuizioni da detective e l'aiuto di un bambino tanto molesto quanto brillante. Il bambino, tuttavia, rappresenta anche il maggior difetto del film, il "problem child" cantato dagli AC/DC (per la prima volta inopinatamente assenti dalla colonna sonora di Iron Man) che rende inefficace il tentativo di approfondimento del personaggio: il suo inserimento nella storia è posticcio, e sembra solo destinato a rendere il film più appetibile per le famiglie, come suggerito magistralmente da Leo Ortolani in questa recensione a fumetti. Le scene che lo vedono protagonista, per quanto a volte divertenti (esilarante lo scambio "siamo connessi" tra lui e Tony), risultano avulse dal resto della trama, che punta invece forte sull'introspezione di Tony Stark e delle sue nevrosi, e finiscono per depotenziare l'intenzione di rendere il personaggio più profondo e tridimensionale.

Se la regia non convince, la trama scorre invece rapida e sicura verso la conclusione, alternando colpi di scena e messaggi non banali grazie anche a dei villains azzeccati e alla solita superba interpretazione di Robert Downey Jr, la cui identificazione con Tony/Iron Man è ormai totale. Accanto a lui brillano una sempre efficace Gwyneth Paltrow, ma soprattutto un Ben Kingsley trasformista e istrionico, in grado di rappresentare al meglio le mille sfumature attribuite al personaggio del Mandarino, molto diverso da quello del fumetto.

Iron Man 3 prosegue l'epopea dell'eroe dall'armatura bionica, inserendosi efficacemente nel solco tracciato dai primi due film e, soprattutto, da The Avengers. Tuttavia, il tentativo di approfondire il personaggio, pur lodevole, viene vanificato dall'infantilità di alcuni momenti della trama, rendendo meno accettabile per gli appassionati l'accantonamento della dimensione baraccona e smargiassa che aveva caratterizzato i film precedenti. Il film rimane comunque godibile, e sembra preparare il terreno per un ulteriore sequel.

**1/2

Pier


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