mercoledì 5 febbraio 2014

Nebraska

Un viaggio nell'anima degli Stati Uniti



Woody Grant è un anziano ostinato e con il vizio dell'alcol che vive nel Montana insieme alla moglie e ai due figli. Dopo aver ricevuto un volantino per posta si è convinto di aver vinto un milione di dollari e, nonostante tutti gli dicano che è vittima di una truffa, è determinato ad andare a riscuotere il premio. Dopo alcuni tentativi di fuga a piedi, il figlio minore, David, si offre di accompagnarlo a Lincoln, nel Nebraska, dove Woody dovrebbe ritirare la fantomatica vincita. Durante il viaggio passano dalla città natale di Woody, dove il passato investirà sia l'anziano genitore che il figlio, aiutandoli a conoscersi e a capirsi.

Dopo il successo di Paradiso Amaro, Alexander Payne torna alla regia con un film simile nei temi, ma profondamente diverso nelle modalità di realizzazione. Nebraska è un road movie malinconico e decadente, realizzato in uno struggente bianco e nero in cui la desolazione del panorama diventa lo specchio di una famiglia e di una società in cui gli affetti sono solo di facciata, e in cui ciascuno è pronto ad approfittare senza ritegno delle fortune dell'altro. L'esercito di avvoltoi che si raduna intorno a Woody in seguito alla sua vincita assume via via contorni più minacciosi e inquietanti, passando da una semplice piaggeria a una rapacità che sfocia anche nella minaccia e nella violenza. Il rapporto tra Woody e il figlio, d'altra parte, segue un andamento diametralmente opposto, con David che scopre a poco a poco la profondità e la ricchezza della vita del padre, mentre Woody abbandona, seppur solo per qualche attimo, quella corazza di indifferenza e alcolismo che ha adottato per proteggersi da un mondo troppo ostile per un animo candido come il suo. La bontà di David è il motore del film, la sua genuina dolcezza nei confronti del padre l'unico raggio di luce in un paesaggio desolante a livello sia fisico che umano.

Il viaggio al centro del film è una metafora con diversi livelli di lettura, in cui la vita di Woody diventa una mappa che viene percorsa a ritroso, fatta di passaggi a vuoto e bivi sbagliati ma anche di strade panoramiche costellate di sogni e rimpianti. Il rapporto padre-figlio è centrale, ma non egemone: durante il viaggio emergono anche tutti quegli affetti che, apparentemente nascosti, tornano prepotentemente a galla, anche se spesso solo per un istante, il tempo di una carezza sul volto, come una casa che compare dietro gli alberi e dopo un attimo è già sparita in lontananza mentre l'auto continua il suo percorso.
Payne realizza un film intimo e vero, che alterna momenti comici ad altri commoventi. Il regista indulge volutamente in scene di vita quotidiana che normalmente verrebbero ignorate e porta così lo spettatore nell'intimità dei personaggi, facendoci assaporare con la giusta lentezza la ricchezza di una vita qualunque. Bruce Dern regala una prestazione commovente e toccante, ritraendo un personaggio troppo buono per combinare qualcosa di buono, e troppo indurito per ammettere a se stesso quella bontà. Al suo fianco troviamo un Will Forte dolce ma non stucchevole, capace di trasmettere anche allo spettatore la genuina sorpresa che prova nello scoprire a poco a poco quello che suo padre non gli aveva mai raccontato.

Nebraska ha il ritmo e la cadenza di una musica country, immersa nella nostalgia per il tempo passato e per un futuro che sembra aver fagocitato anche i sogni, facendoci abituare alla mediocrità. La scelta di Woody di credere nel milione di dollari è quella di chi vuole ribellarsi al proprio destino, in un disperato tentativo di cambiare le carte in tavola in quel gioco chiamato vita. Da vedere.

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Pier


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