venerdì 2 gennaio 2015

American Sniper

Un western contemporaneo



Chris Kyle è un cowboy texano, che compete nei rodeo per vivere. Colpito dagli attentati contro le sedi diplomatiche USA in Tanzania e Kenya, nel 1999 si arruola nei Navy Seals, dove viene addestrato come cecchino. Nel 2003 viene dislocato in Iraq, dove diviene il cecchino più letale della storia dell'esercito statunitense, nonché una leggenda tra i suoi pari. La sua precisione sul campo di battaglia non è però senza prezzo, e anche quando torna da moglie e figli Chris trova sempre più difficile staccare la mente dalla guerra e dal cecchino "rivale", Mustafa, letale quanto e più di lui.

Dopo le escursioni nei territori inesplorati dello sport, del soprannaturale e del musical, Clint Eastwood torna a girare un film nelle sue corde, la biografia di un eroe di guerra raccontata con i toni di un western contemporaneo, in cui il nemico è un tiratore tanto formidabile quanto sfuggente, e l'esito dello scontro non può che essere deciso da un duello tra i due cecchini. Eastwood sceglie una regia veloce, asciutta e incisiva, che lascia poco spazio a patetismi e momenti che dovrebbero suscitare la lacrima in chi guarda. Il film diviene così una cronaca di guerra, un crudo racconto dei fatti in cui lo spettatore non viene chiamato a immedesimarsi, ma a guardare dall'esterno, osservatore silenzioso di una lotta tra bene e male in cui il confine tra i due diviene sempre meno definito.
Eastwood non risparmia scene molto crude, con bambini che vengono uccisi e torturati dalle due opposte fazioni, e maschera sotto un apparente patriottismo uno scetticismo generalizzato per una guerra al terrorismo che ha riportato l'orologio ai tempi della conquista della frontiera, in cui non esistono campi di battaglia, e si combatte tra le strade, nelle case, in un deserto di sabbia che può divenire da un momento all'altro un'arma in grado di distruggere le parti in gioco. L'influenza dei film di Leone è evidente, e in alcune scene diviene addirittura esplicita, grazie anche a una fotografia che esalta la luce accecante e l'atmosfera soffocante del deserto.

La velocità con cui si sviluppa la trama risulta a volte eccessiva, ma riflette l'interesse del regista non per la storia, ma per il suo protagonista, di cui indaga ogni cambiamento con precisione certosina. Bradley Cooper offre una prova sontuosa, uno studio del personaggio di altissimo livello che riesce a trasmettere il vuoto che cresce in Chris Kyle man mano che il numero delle sue vittime cresce, alimentando la sua fama e la sua leggenda. Eastwood supporta la sua prova con intensi e continui primi piani, accompagnati da silenzi gravidi di emozioni, sensazioni, cambi d'umore repentini come l'arrivo di una tempesta di sabbia.

American Sniper non raggiunge le vette emotive di altri film di Eastwood, ma non lo fa per una precisa scelta registica di raccontare la guerra in Iraq attraverso gli occhi di un uomo che ritiene di essere nel giusto, ma che vede le sue certezze divenire sempre più fragili, una maschera che indossa di fronte al mondo, destinata a crollare con il passare del tempo. Il film è forte, intenso nella sua studiata freddezza, il racconto atipico di una guerra tanto atipica da avere ancora bisogno di pistoleri infallibili e duelli sotto il sole rovente del mezzogiorno.

*** 1/2

Pier

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