mercoledì 5 gennaio 2011

Rivediamoli - Fronte del Porto

Ognuno è artefice del proprio destino


Terry Malloy è un ex pugile che lavora come scaricatore di porto a New York. Viene suo malgrado coinvolto dal fratello Charlie in un'organizzazione criminale che controlla il sindacato dei portuali. Spinto dall'amore per Edie e da un desiderio di rivincita troverà il coraggio di ribellarsi e testimoniare contro il fratello al processo. La decisione non sarà però priva di conseguenze.

Secondo film per la coppia Kazan-Brando dopo Un tram chiamato desiderio, Fronte del porto segnò una svolta per la cinematografia e la recitazione statunitense, e fu giustamente premiato con 8 Oscar, tra cui regia, sceneggiatura, fotografia e montaggio. Il primo elemento di discontinuità fu il soggetto, ispirato ad alcuni celebri articoli di cronaca del giornalista Malcolm Johnson, per i quali vinse il premio Pulitzer. La denuncia forte e senza mezze parole della corruzione dilagante del sistema portuale newyorkese scosse l'America dalle fondamenta, mettendo a nudo le contraddizioni e l'illegalità che si nascondevano dietro al sogno americano.
Il perfetto bianco e nero di Boris Kaufman contribuisce a creare un'atmosfera asfissiante e claustrofobica, nonostante il film sia in larghissima parte ambientato in esterni. Tuttavia il sapiente uso della luce rende le piccole costruzioni del porto minacciose e inquietanti, una prigione da cui non è possibile fuggire.

Alla prigione "fisica" del porto corrisponde poi una prigione morale, che attanaglia prima il personaggio di Brando e poi quello del fratello, interpretato dal leggendario "cattivo" di Hollywood Rod Steiger. Il primo è diviso tra il senso di colpa nel tradire il fratello e il suo senso della giustizia, in quella che è stata letto come una trasposizione su schermo del dramma che Kazan si ritrovò ad affrontare quando denunciò alcuni suoi colleghi come comunisti sotto il maccartismo. Emblematica in questo senso è la scena che segue la deposizione, in cui gli amici di un tempo fingono di non conoscerlo o lo insultano.
Il fratello di Brando, Charlie, è invece divorato dai sensi di colpa per aver rovinato la vita del fratello, segnando la fine della sua carriera da pugile per guadagnare qualche soldo.
Lo strazio interiore dei due protagonisti verrà a contatto in quella che è la scena madre del film, il confronto in taxi tra i due fratelli che, per ammissione dello stesso Kazan, fu frutto dell'improvvisazione di Brando e Sturges. La scena in cui Terry disarma Charlie, sia fisicamente che moralmente, è girata interamente all'interno di un taxi, rendendo il confronto ancora più serrato, teso ed emozionante.


Il film è arricchito dalle splendide interpretazioni del cast, capitanato da un Brando in stato di grazia e premiato con l'Oscar, intenso come sempre ma più vero e convincente rispetto a Un tram chiamato desiderio. Sturgess è perfetto nel ruolo del fratello, Eva Marie Saint (Oscar anche per lei) è un'ottimo angelo redentore, ma il personaggio di contorno migliore è senza dubbio il prete interpretato da Karl Malden, che ricorda da vicino quello impersonato da Fabrizi in Roma città aperta, confronto ampiamente richiamato anche dalla scena finale.
La forza del film è il senso di verità che trasmette: la presenza di veri portuali come comparse, l'ambientazione realistica in esterni e la sceneggiatura creano un forte senso di realtà e partecipazione, rendendo i lavoratori non solo una massa confusa ma un vero e proprio personaggio, in grado di coinvolgere il pubblico e di rendere attuale un film che risale a più di cinquant'anni fa.

Per quanto il film si concentri sulla figura del leader carismatico, infatti, emerge chiaramente come siano in realtà il gruppo e la solidarietà tra i portuali a risolvere la situazione, destinata altrimenti a una posizione di stallo nonostante il coraggioso gesto di Brando.
Fronte del porto
colpisce ancora oggi per la forza dirompente delle immagini, l'intensità della recitazione e soprattutto per un messaggio che, a dispetto dei tempi, continua a essere attuale.

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